Il complesso monumentale di S. Spirito in Saxia

Nell’area del Vaticano, sorge sulle antiche vestigia romane della villa di Agrippina Maggiore, la nonna di Nerone, il complesso monumentale del nosocomio di Santo Spirito in Saxia.

Il complesso prende il nome, che a tutt’oggi mantiene, dalla originaria sede della Schola saxonum, centro di accoglienza e ristoro per i pellegrini presso la basilica di San Pietro, di provenienza sassone.

Voluto da papa Innocenzo III nel 1198, destinato all’assistenza degli infermi, alla cura dei poveri e dei proietti (bimbi abbandonati dalle mamme) rimane uno degli ospedali più antichi d’Europa.

Papa Eugenio IV prima e papa Sisto IV dopo, insieme alla Conraternita del Santo Spirito istituita precedentemente, elargirono donativi, privilegi e rinvigorirono la funzione asistenziale legata al centro caritatevole.

Sisto IV  lo ristrutturò ampiamente, grazie ai prestigiosi interventi dell’architetto Baccio Pontelli e dello scultore Andrea Bregno, cosichè il nosocomio divenne il più importante faro di ricerca scientifica. L’allestimento del teatro anatomico vide la presenza di artisti prestigiosi come Michelangelo e Leonardo da Vinci.

Annessa all’ospedale, di cui l’edificio più famoso è la rinomata corsia Sistina, caratterizzata dall’alto ottagono che divide la corsia in due ali, sorge la chiesa di Santo Spirito in Saxia ristrutturata come il complesso, dopo il sacco di Roma del 1527, dall’architetto Antonio da Sangallo il giovane e terminata in facciata dall’architetto Ottaviano Mascherino.

Oggi gli antichi saloni ed i chiostri sono sede di eventi e di convegni che nulla tolgono all’antico splendore dell’artistico complesso…